martedì 19 ottobre 2010

Commento su: Il neorealismo e il cinema di Marzia Mancini


Oggi, 19 ottobre 2010, noi ragazzi del 5°G del Liceo delle Scienze Sociali di Città Sant'Angelo, abbiamo assistito all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università della terza età di Montesilvano, presso il locale teatro comunale. Il relatore era il professore Enzo Pellegrini, storico del neorealismo, cinematografo degli anni '50-'60 e fotografo. Quest'ultima passione, secondo me, è collegata al neorealismo, corrente letteraria e di pensiero diffusasi a metà del Novecento secondo cui bisogna trasmettere attraverso l'arte la realtà così com'è, quel fenomeno che vide nel secondo dopoguerra l'esplosione della fotografia.


"Le foto raccontano gli anni in cui la fotografia in Italia "registra le sue punte massime di incidenza sociale; quando, nell’immediato dopoguerra, la televisione non aveva ancora il peso che ha oggi e l’informazione era mediata attraverso la stampa illustrata (e dunque, attraverso la fotografia)".Una generazione di giovani, per la prima volta, cominciò a pensare alla fotografia come a una professione. L'inedita osmosi tra fotoamatori e fotografi professionisti produsse risultati di una qualità che non sarebbe mai più stata eguagliata."




Un ragazzo che ho conosciuto pochi giorni fa che studia fotografia mi raccontava che molti fotografi, che lui stesso ha studiato, intrapresero nel loro passato gli studi delle Scienze Sociali ma non si sono mai affermati in questa disciplina poiché incentrarono la loro carriera in ambito fotografico. La riflessione e il possibile motivo che si potrebbe ricercare in questa loro scelta, è perché le Scienze Sociali hanno molto a che fare con quel neorealismo di cui parlavo in precedenza, dato che con le immagini cercano di trasmettere i diversi fenomeni sociali...Ciò che a parole non potrebero trasmettere vividamente.
Marzia Mancini


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