ROMA - Una nuova sindrome fa il suo esordio e colpisce soprattutto i ragazzi: è la dipendenza dagli sms, i messaggini telefonici. Una dipendenza che provoca irascibilità e disturbi dell'umore, che conduce alla perdita progressiva del lessico e alla capacità di parlare. Ragazzi che si rifugiano in un linguaggio simbolico e sintetico, che comunicano attraverso abbreviazioni dimenticando la parola. L'allarme arriva da Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro che oggi ha presentato il convegno sui sistemi di cura in neuropsichiatria dell'infanzia e adolescenza che si terrà a Modena dal prossimo 7 novembre. "Fra i giovani c'è oramai anche la dipendenza da cellulare, computer e tv - spiega Caffo - Secondo una recente indagine della Demoskopea, condotta su 13.360 ragazzi tra i 13 e i 18 anni in Italia, il 37% è affetto da dipendenza da cellulari e tv, il 49% da videogiochi e il 44% da computer". Ma la dipendenza dagli sms è l'ultima delle sindromi che sempre più spesso colpiscono bambini e adolescenti. Le altre, più note, sono depressione, ansia, bulimia, isolamento, iperattivismo. Ma ciò che più impressiona sono i numeri: secondo i dati dell'Unione europea e dell'Organizzazione mondiale della sanità, un minore su cinque soffre di problemi mentali. "Il 4% dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni soffre di depressione e molto frequenti sono i casi di disturbi dell'umore e dell'alimentazione", spiega Caffo. Disturbi che compaiono già nella preadolescenza, che in alcuni casi si cronicizzano e "che sono comunque i segnali di malattie che potranno insorgere nell'età adulta. Un terzo degli adulti clinicamente depresso - continua il presidente di Telefono Azzurro - ha infatti avuto episodi di malattia prima dei 21 anni".
Una mappa delle difficoltà del mondo giovanile che trova d'accordo i medici di famiglia. Il disagio "lo vediamo direttamente nei bambini visitandoli e ce lo raccontano i genitori'', conferma Pier Luigi Tucci, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri. La "cura" la suggerisce Giovanni Bollea, neuropsichiatra infantile. I genitori, consiglia Bollea, devono sostenere i loro figli, "dagli fiducia, alimentare la loro cultura e valorizzare i loro lati positivi". No, invece, al permissivismo che può essere "un boomerang. I figli - conclude Bollea - hanno bisogno di colloquio, ascolto, sostegno". Ma quali sono i sintomi che devono mettere in allarme? Nel bambino fino a 10 anni, chiari segnali di disagio, suggerisce Caffo, "sono le difficoltà di apprendimento, la tendenza a isolarsi o all'iperattivismo, che manifestano l'inadeguatezza o la mancanza di relazione con gli adulti, la richiesta di attenzione, insonnia, ansia. Negli adolescenti invece il disagio mentale si manifesta con la tendenza alla distruttività, i disturbi alimentari, l'abuso di alcol e droghe, rituali e cerimoniali ossessivi come lavarsi spesso le mani, senso di inferiorità e apatia". Uno scenario allarmante, cui però non si può dare risposta solo con gli psicofarmaci."I genitori e gli insegnanti devono ascoltare bambini e adolescenti, prima di curarli con gli psicofarmaci - conclude Caffo - ormai prescritti anche quando non sono necessari".
(5 novembre 2004)