martedì 24 febbraio 2009

Media e cultura.

Carlo Nanni (Università Salesiana, Roma)"L’attuale generazione adolescenziale e giovanile è l’età della vita che ha avuto una socializzazione, primaria e secondaria, con la predominanza dell’esposizione massiccia ai mass-media (ore e ore alla televisione o a vedere «film per ragazzi», quasi in funzione di «baby-sitter»); dell’uso diffuso di video-giochi, di playstation, e oggi di telefonini e «messaggini», di computer, di «navigazioni» in internet; del possesso di motorini per scorrazzare in giro. L’immediatezza e la «multicodicalità», cioè l’uso simultaneo di molti modi per «codificare» non solo i messaggi, ma per dar corpo ed esaudire bisogni o esprimere desideri o intuizioni, grazie alle tecniche informatiche, analogiche e digitali, sono diventate quasi parte del DNA delle ultime generazioni (Martelli 1996; Morcellini 1999; Bertolini 2002; Popper, 2002; Farné 2003)
Secondo alcuni ciò ha come controparte il rischio di un immiserimento delle capacità riflessive e di quelle razionali-astrattive, come pure del senso delle distinzioni concettuali, delle componenti analitiche e della comprensione globale. Avremmo quasi una sorta di «mutazione antropologica»: secondo Giovanni Sartori andremmo dall’«homo sapiens» all’«homo videns» (Sartori 2000)........
....... I vari media comunicativi, vecchi e nuovi, non solo sono strumenti facilitanti o ostacolanti la comunicazione, ma implicano ciascuno un diverso e suo proprio modo di porsi di fronte alle cose, alla realtà, a noi stessi e al mondo; pongono una loro logica di pensare e di operare; avanzano una specifica visione dell’uomo; privilegiano questo o quel tipo di valore (e in qualche modo incidono sul modo di ciò che si intende e si vuole come degno dell’uomo; determinano, cioè, il concetto di umano) e spingono verso un modello di sviluppo specifico."
La prof. Romano

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